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VISITA ALL’ACROPOLI DI ATENE
Il pomeriggio del Áprile
2005, guidati dalla Professoressa Ioanna Komninou e accompagnati da alcuni
ragazzi del Liceo Proto Pyramatiko, visitiamo l’Acropoli.
Questa sacra rocca della “città ben costruita”, come la chiama
Omero, rappresenta qualcosa di possente e risveglia in noi un sentimento che non
solo riempie il cuore, ma illumina di luce intensa le nostre menti, immergendoci
in un’atmosfera di surreale sublimità.
Entriamo dalla porta Beulé e siamo colpiti dai monumentali
Propilei, opera dell’architetto Mnesikles. Ammiriamo la parte centrale,
costituita da due portici a sei colonne; le colonne delle facciate sono doriche,
mentre quelle dell’interno sono ioniche: i due ordini architettonici sono
combinati in modo molto armonico.
Con sacro rispetto ci avviciniamo al Partendone, simbolo dell’Atene
democratica, che si impone per la sua armonia e per il suo equilibrio. Fu
progettato dagli architetti Iktino e Kallikrate, mentre le sculture furono opera
di Fidia. E’ un tempio dorico con elementi ionici, costruito in marmo
pentelico. Ciò che colpisce non è solo la perfezione
architettonica, ma la forza della decorazione architettonica dei fregi che
abbiamo amirato nel museo dell’Acropoli. Come dimenticare quel capolavoro che
è il fregio ionico, raffigurante la processione delle Panatenee!
Ci spostiamo sul lato settentrionale della rocca per ammirarne uno degli
edifici più eleganti, l’Eretteo. Siamo attratti dalle Cariatidi, statue
femminili collocate al posto delle colonne. Ci colpisce la grazia, la bellezza e
l’equilibrio di esse, ma soprattutto risvegliano in noi le immagini di quelle
donne di Calabria, che con invidiabile maestosità trasportano ancora
carichi, spesso pesanti, usando la testa come sostegno: sono le Cariatidi
moderne!
E’ ora di uscire dal sacro recinto. Lo facciamo a malincuore, camminando a passi lenti, con l’animo pieno di ammirazione per quel mondo classico simbolo di grandezza e immortalità.