|
ΠΑΡΑΔΟΣΕΙΣ |
|
Francesco La Cava Maria Gracia Melina
|
Gli antichi sapori della Magna Grecia vivono ancora nella cucina tradizionale calabrese
Nei giorni di festa, nei paesi della Locride è possibile ancora
gustare l’ atmosfera omerica di “pingui
carni fumanti”, il cui “fumo
giunge fino agli dei”. E’ la carne di agnello e di capretto, cotta
allo spiedo o alla griglia, cosparsa di salmoriglio (profumata miscela
di olio, aceto, acqua, sale, aglio e origano). Questo è il piatto
che nei secoli non ha subito nessuna innovazione. La
vera cucina calabrese è molto semplice e si basa su prodotti
naturali: olio d’oliva, strutto di maiale, olive, pane di grano o di
orzo, pomodoro e peperoncino (dopo la scoperta dell’America), legumi (ceci,
favi, cicerchie, lenticchie), formaggio di capra e di pecora, uova, erbe
spontanee (cicorie, finocchio selvatico, borragine, bietola dei prati,
cardone selvatico), carne
di capra, di agnello, di capretto e di maiale, acciughe salate, frutta
di stagione e secca, miele e mosto cotto. Oggi,
in alcuni dolci, il miele e il mosto cotto, usati come edulcoranti, sono
stati sostituiti dallo zucchero. Il
pane è fatto in casa con il lievito naturale e cotto nel
tradizionale forno a legna.
Curcudia
(dal greco “curcuti”
: pappa di farina) Ingredienti:
un litro circa di acqua, sale, un mestolo di farina di grano o di orzo. Portare l’acqua ad ebollizione, versare lentamente la farina,
aggiungere il sale e mescolare lentamente con un cucchiaio di legno fino
a quando diventerà una crema piuttosto densa. Condire con
abbondante olio d’oliva e pecorino. Pitta Ingredienti:
farina, acqua, sale, olio, lievito naturale, olive in salamoia,
acciughe e origano. Impastare la farina con acqua tiepida e sale e, se si preferisce la
pasta lievitata aggiungere il lievito; fare delle focacce sottili,
farcirle con olive, acciughe, origano e olio
e cuocerle sulla “prace” (piastra di pietra) o al forno. Variante: con la pasta lievitata formare delle focacce rotonde e
friggerle in abbondante olio d’oliva. Pane pirotta (
dal greco “pira” calore) Tagliare delle fette di pane raffermo e poggiarle su una griglia rovente,
quando hanno preso un bel colorito, metterle in un piatto e condirle con
olio, aglio e, se si vuole, con formaggio grattugiato. Pancotto Ingredienti:
pane raffermo, acqua, olio, pomodoro, foglie di alloro e pecorino
grattugiato. Portare l’acqua ad ebollizione, aggiungere qualche pomodorino, foglie
di alloro e il pane raffermo, cuocere per cinque minuti circa e condire
con abbondante olio e formaggio. Polpette di ricotta Ingredienti:
500 grammi di ricotta di pecora, mollica di pane, due uova, prezzemolo,
pepe nero, sale e brodo di carne o salsa di pomodoro molto diluita. Amalgamare la ricotta con gli altri ingredienti, formare delle polpette
di media grandezza e cuocerle per circa mezzora. Capra alla pecoraia In un pentolone mettere la carne tagliata a pezzi piuttosto grossi,
coprirla interamente di acqua, aggiungere sale, pomodorini tagliati a
pezzetti, cipolla, basilico e qualche foglia di alloro. Cuocere sul
fuoco a legna per circa tre ore. Capra sotto terra Usare una capra giovane e lasciarla intera, senza testa e pulita dalle
interiora; salare e aromatizzare all’interno con aglio, salvia,
rosmarino e origano. Scavare nel terreno una fossa di un metro di
profondità e di larghezza, tappezzare le pareti e il fondo con
uno spesso strato di felci, poggiare la capra, coprire con altre felci e
sigillare la fossa con uno strato di terra. Poggiare sopra della brace
ardente e far cuocere per quattro ore circa, badando che la brace deve
essere sempre ardente. Maiale Il maiale è un animale prezioso perché fornisce alle
famiglie che lo allevano il companatico per tutto l’anno. Di
questo animale si utilizza tutto, anche il sangue. Un vecchio proverbio
dice “Chi si sposa è felice per un giorno, chi ammazza il
maiale è felice tutto l’anno”. Con
la sua carne si preparano le salsicce, le soppressate e i capicolli, che
oltre ad essere aromatizzate con semi di finocchio selvatico, pepe nero
e peperoncino, per due settimane circa vengono affumicati con la
combustione di legni aromatici come il lentisco e l’alloro. Con
le cotenne e le parti grasse, oltre le pancette e il lardo salato e
affumicato, si preparano le frittole. Frittole Tagliare le parti grasse a pezzetti, pulire le cotenne e fare dei
quadrati non molto grandi; mettere il tutto in una caldaia intorno alla
quale sono state messe delle braci. Quando il grasso incomincia a
sciogliersi aggiungere i gamboni, le costole, e lo stomaco dentro cui
sono stati cuciti la lingua, il cuore e i reni aromatizzati con del pepe
nero. Mescolare di tanto in tanto con l’apposita pala di legno e
aggiungere di tanto in tanto la brace. Salare e fare cuocere per circa
sei ore. Conservare in vasi di terracotta, avendo cura che il tutto sia
coperto dallo strutto. Sanguinaccio Ingredienti:
due litri di sangue di maiale, un litro di mosto cotto, scorza di
mandarino, chiodi di garofano e un po’ di cannella. Amalgamare
il tutto e cuocere a fuoco lento per circa due ore, avendo cura di
girare continuamente con un
cucchiaio di legno. Frittata di pasqua Ingredienti:
uova, ricotta, formaggio grattugiato, stomaco ripieno di maiale
conservato nello strutto (chiamata in gergo “pancia di maiale”). Tagliare cinque fettine di stomaco ripieno di maiale, metterle in una
padella e, a fuoco lento, fare sciogliere i residui di strutto,
aggiungere la ricotta e farla imbiondire, versare le uova sbattute con
abbondante formaggio e fare cuocere. Non aggiungere sale. Nota
storica Le famiglie contadine, un tempo, per tutta la settimana santa,
osservavano uno stretto digiuno. La frittata, consumata all’alba,
prima di accudire gli animali nelle stalle per essere liberi e
partecipare alla messa solenne di mezzogiorno, rappresentava la fine del
digiuno. Dolci Frittelle di pere
secche Fare bollire con acqua una manciata di pere secche, per circa mezzora, e
pulirle dai semi. Preparare una pastella con farina e mosto cotto, versarvi le
pere e friggerle in olio bollente a cucchiaiate. Pitte di natale Ripieno:
mandorle, noci, nocciole, fichi secchi, uva passa, chiodi di garofano, scorza
di mandarino a pezzetti, cannella, mosto cotto e miele. Tostare
la frutta secca e tagliarla a pezzetti; tagliare a pezzetti anche i fichi
secchi e aggiungere l’uva passa priva di semi. Mettere
il tutto in una pentola di terracotta e versare almeno mezzo litro di mosto
cotto, quattro cucchiai di miele e i rimanenti aromi; fare cuocere per circa
venti minuti, girando bene con un cucchiaio di legno perché non si
attacchi al tegame. Sfoglia
esterna: 1 Kg di
farina, 4 uova, 9 cucchiai di olio d’oliva, un pizzico di sale, due cucchiai
di latte e 30 gr di lievito. Impastare il tutto, stendere una sfoglia sottile
e fare delle formine, mettere il composto all’interno di esse e infornare
per circa venti minuti. Passulati Ingredienti:
uva passa, noci e mandorle tostate, mosto cotto e farina. Versare
il mosto cotto e aggiungere la farina e formare una pasta piuttosto morbida;
aggiungere l’uva passa, le noci e le mandorle, impastare velocemente e
aggiungere, se occorre, ancora farina. Formare con le mani dei bastoncini,
tagliarli a pezzetti, poggiarli su una foglia d’arancio e cuocerli nel forno. Mostaccioli al miele
Questo dolce veniva preparato, in particolare, per i matrimoni. Ingredienti:
miele, farina e qualche granello di pepe nero schiacciato (solo se piace). In
una pentola portare il miele ad ebollizione, versare della farina e lavorare
il tutto con un cucchiaio di legno; quando l’impasto avrà raggiunto
una certa consistenza, fare con le mani dei dolcetti a forma di fiore, di
cuore, di foglie e di animaletti. Cuocere al forno fino a quando avranno
raggiunto un bel colore dorato scuro. Nocatole Ingredienti
:1 kg di farina,
9 cucchiai di olio, 250 gr di
zucchero, 4 uova intere, 200 gr di lievito naturale, un pizzico di sale,
buccia di limone grattugiata e latte quanto basta. Intiepidire
il latte e sciogliere il lievito. Sbattere le uova con lo zucchero e l’olio.
Impastare il tutto in un recipiente dai bordi piuttosto alti e mettere a
riposare, coperto, in un luogo tiepido per almeno due ore. La pasta è
lievitata al punto giusto quando il suo volume è raddoppiato.
Interrompere la lievitazione impastando il tutto velocemente
e formare delle ciambelline e delle trecce che verranno fatte lievitare,
coperte da un telo da cucina in un luogo tiepido. Friggere in abbondate olio
d’oliva, cospargerle di zucchero e, se si vuole, spolverizzare un po’ di
cannella.
Maria Grazia Melina |